“Salve a tutti, mi chiamo Matteo, ho 20 anni, vivo a Ponte San Pietro, nella provincia di Bergamo, e soffro di Distrofia Muscolare Congenita fin dalla nascita. Dall’età di 8 anni sono costretto a passare la mia vita su una carrozzina, ma questo non mi mette certo i bastoni fra le ruote, cerco di vivere la mia vita al meglio coltivando le mie passioni, soprattutto per la pallacanestro e per la musica; ed è proprio la passione per il basket che mi ha portato alla scelta del desiderio da esaudire. Per raccontare il mio viaggio credo che sia sufficiente dire che il realizzare questo sogno, il toccare con mano la realtà della città più maestosa al mondo, New York, e il venire a contatto e conoscere i giocatori della mia squadra NBA preferita, Carmelo Anthony su tutti, mi ha reso una persona nuova, migliore; ora dentro di me porto qualcosa di indimenticabile, che non scorderò mai, ed è anche per questo che non finirò mai di ringraziare tutti voi per quello che mi avete offerto. Insomma, quello che voglio dire è che questo viaggio ha portato una ventata d’aria fresca nella mia vita, e ha aperto porte del quale non conoscevo ancora l’esistenza. Il tempo dei ringraziamenti non finirà certo dopo questo breve racconto, avrò sempre una parte del mio cuore in cui ricorderò New York, i Knicks e Make-A-Wish®. Chiudo dicendo, “ONCE A KNICK, ALWAYS A KNICK”, celebre frase riportata sul colletto delle magliette dei New York Knicks, frase che ora è anche improntata dentro di me. Matteo, wish child 2013 La mia vita adesso
Una volta venuto a conoscenza di Make-A-Wish®, non ho voluto chiedere altro se non incontrare i New York Knicks (celebre squadra NBA) e il loro leader, Carmelo Anthony, rispettivamente mia squadra e mio giocatore preferiti. Penso che lo spazio per raccontare il mio viaggio non sia sufficiente, quindi, inizio immediatamente con il ringraziare Make-A-Wish® Onlus, tutta l’organizzazione che ha reso possibile questa mia fantastica esperienza, senza dimenticare anche le ragazze di Garden of Dreams, che mi hanno accolto a braccia aperte in quel di New York.
Inoltre, questo viaggio e questo sogno, non sono finiti in quel freddo e ormai lontano Novembre 2013, ma continuano tutt’ora: infatti, l’aver vissuto questa esperienza mi ha aperto diverse porte, soprattutto in campo giornalistico e in ambito sportivo, ho avuto infatti l’onore di essere intervistato dal giornalista Michele Gazzetti per il Corriere della Sera ed inoltre ho potuto anche condividere la mia esperienza con moltissimi appassionati di basket sulla pagina Facebook “la giornata tipo”, ormai famosa in tutt’Italia, gli stessi appassionati che poi hanno dimostrato il loro caloroso affetto con decine e decine di messaggi e commenti che mi hanno semplicemente sciolto il cuore dalla gioia.
Grazie di cuore a tutti.”
La storia di Matteo